Negli Stati Uniti il fallimento è percepito in modo positivo e come fonte di apprendimento. E nella vostra
azienda/organizzazione o nella vostra vita?
Iniziamo citando quattro uomini celebri.
«Chi cade non è sconfitto. È sconfitto solo chi resta fermo dove è caduto.» – Socrate
«Il fallimento fa cadere il perdente e ispira il vincente» – Robert T. Kiosaki
«Se di tanto in tanto non sbagli, vuol dire che non fai mai nulla di nuovo.» – Woody Allen
«C’è solo un modo per fallire: abbandonare ancora prima di tentare!» – Olivier Lockert
Qual è il ruolo o la molla che ha in mano il superiore per innescare l’innovazione?
Per continuare il nostro viaggio («Leadership: perché non otteniamo l’impatto desiderato?»,) suggerisco di soffermarci a riflettere su una delle aspettative che i collaboratori hanno nei confronti di un buon superiore: la presenza.
Definizione
Presenza significa esserci. Oltre all’uso nel conteso militare, conosciuto già in antichità («presente!» = «a rapporto», quindi essere a disposizione; «fare atto di presenza» = mostrare di esserci), o con il significato analogo di «presenza di spirito» («sono qui» = «il mio spirito è a tua disposizione»), può indicare anche la disponibilità di qualcosa in altri contesti.
Un dirigente può essere presente in tre modi differenti:
- fisicamente, in situazioni di crisi, nei momenti caldi
- psichicamente, con la massima attenzione durante i colloqui
- psicologicamente, in qualità di «angelo custode»/qualcuno che ci copre le spalle
Presenza fisica, in situazioni di crisi, nei momenti caldi
Come superiori, siamo spesso assenti o impegnati in continue riunioni. È sempre più difficile essere presenti fisicamente sul posto. Tuttavia, in caso di crisi (in caso di emergenza), come superiori dovete essere presenti fisicamente sul posto. La vostra presenza darà agli altri serenità, calma e fiducia. Gestite la situazione assumendovi le dovute responsabilità.
Presenza psichica o mentale durante i colloqui
Questa presenza è molto preziosa per i vostri collaboratori e i vostri interlocutori. Con la vostra presenza mentale dimostrate loro interesse e rispetto. Siete presenti con l’ascolto attivo.
La persona di fronte a voi si accorge subito se non siete mentalmente presenti. Più siamo occupati, impegnati, presi dai media elettronici, più i nostri pensieri vagano altrove.
A casa mia, i miei figli e mia moglie sono i primi a farmelo notare.
Se portate con voi il cellulare, pensate già ai prossimi impegni o siete preoccupati di non dimenticare nulla, vi concentrerete su voi stessi, ma non sull’altro.
Liberatevi da oggetti come il laptop o il tablet e liberate così la vostra mente. Concentratevi sulla persona che vi sta di fronte e ascoltatela attivamente.
È meglio concedere solo 10 minuti del proprio tempo ed essere pienamente presenti, che mezz’ora o un’ora ed esserci mentalmente solo in parte. I vostri interlocutori apprezzeranno la vostra presenza.
Presenza psicologica: «l’angelo custode».
Chi tra voi o tra i vostri superiori non dice: «Potete contare su di me! »?
Tutti lo dicono, ma a volte la realtà è diversa. Chi lo fa davvero e sistematicamente?
La presenza psicologica è una delle principali molle che fa scattare l’innovazione all’interno delle aziende.
Infatti, se una persona non ha paura di sbagliare e ha già sperimentato che il suo superiore, i membri delladirezione o il CEO l’hanno già sostenuta in una situazione difficile, essa si impegnerà, sarà creativa e oserà dipiù!
In caso contrario, pensate che la persona si metterà in gioco?
Molte aziende sostengono di avere una «cultura dell’errore» ma a uno sguardo più attento risulta evidente che sono dominate dalla paura e dal timore.
Siate estremamente coerenti a riguardo.
I collaboratori vi crederanno solo dopo averlo sperimentato concretamente: solo quando avranno percepito che il superiore è una sorta di «angelo custode» e che possono sbagliare e imparare dagli errori.
Siate presenti e innescate l’innovazione!